Perché i 100 Mila Euro Sono Garantiti su Conto Corrente

Ecco il motivo per cui la soglia di garanzia minima dei 100 mila euro su conto corrente è a mio avviso solida anche se i dati e le stime possono suggerirci il contrario.

Indice

Banche commerciali e d’investimento

Al fine di proteggere i correntisti dopo la crisi finanziaria del 1929, che mostrò tutti i difetti del sistema bancario misto, in Italia a partire dal 1936 venne istituzionalizzata la distinzione tra banche commerciali e banche d’investimento.

Questo avvenne allo stesso modo negli Stati Uniti d’America tre anni prima mediante l’applicazione dello Glass-Steagall Act nel 1933.

Spieghiamo velocemente la differenza tra le due tipologie di banca:

  • Banca commerciale: si concentra sulla raccolta dei depositi, chiede soldi alla banca centrale per finanziare i prestiti e può servire famiglie e imprese.
  • Banca d’investimento: opera nell’ambito dell’investimento e della consulenza, si finanzia mediante l’emissione di titoli o nell’interbancario ma non può servire famiglie e imprese.

Invito i più curiosi a visionare il video del professore Fabio Sdogati che spiega questa differenza in modo pratico.

Grazie a questa distinzione, i correntisti delle banche commerciali, avrebbero avuto la garanzia che il capitale versato sarebbe stato al sicuro, diminuendo quindi i rischi di bancarotta degli istituti di credito in caso di cattivi investimenti.

Allo stesso modo, questa distinzione, ha drenato molta liquidità dal mondo degli investimenti. Infatti, nel 1993, l’introduzione del Testo Unico Bancario (TUB) tramite direttiva europa ha eliminato questa netta distinzione, dando via al concetto di banca “universale”, la quale poteva operare sia come banca commerciale che d’investimento.

In seguito, tramite gli accordi Basilea e le regolamentazioni europee, le normative hanno rafforzato i controlli sul rischio e sul capitale, ma non hanno reintrodotto una separazione strutturale.

Questo avvenne sei anni più tardi anche negli Stati Uniti d’America per approvazione del presidente Bill Clinton, nel 1999.

In Europa, a partire dal 2016, con l’introduzione della direttiva bail-in (salvataggio dall’interno) è stata fissata una soglia minima di garanzia per la liquidità dei correntisti pari a 100 mila euro per intestatario per banca, in caso di fallimento di quest’ultima. Eventuali somme eccedenti sono da considerarsi perse, salvo eventuali recuperi da ripartire tra i creditori o interventi da parte dello Stato.


La soglia dei 100 mila euro

Tornando alla ragione che mi ha portato a scrivere questo testo, la soglia minima dei 100 mila euro è solida in caso di fallimento della banca? O meglio, posso stare tranquillo se la mia liquidità non supera quel valore? Sì a mio avviso, anche se la matematica ci suggerirebbe il contrario.

A tutela della soglia garantita vi è il Fondo interbancario di tutela dei depositi (FITD), che però, stando a un articolo de Il Sole 24 ORE, al 2022 ha riserve solo per 3,3 miliardi di euro.
Si stima che entro il 2024 questo fondo debba raggiungere il valore di circa 6 miliardi di euro.

Su un totale di 739 miliardi di euro depositati sotto la soglia dei 100 mila euro nei conti correnti protetti dal FITD, ne risulterebbe che solo lo 0,45% sarebbe veramente protetto.
Dato che salirebbe allo 0,81% se il fondo dovesse raggiungere l’obiettivo del 2024.

Quindi, se matematicamente il fondo non potrebbe assicurare i conti correnti sotto tale soglia, in caso di crisi del sistema o di fallimento di un grosso istituto di credito, come faremmo a sentirci al sicuro?

Semplice, perché in caso contrario sarebbe uno scandalo talmente grande, prorompente e dannoso alla credibilità delle banche, dello Stato e in generale di tutto il sitema finaziario, che minerebbe arduamente la fiducia nei loro confronti nei decenni a venire, forse anche nei secoli.

Lo Stato, l’Unione Europa o le banche stesse troverebbero quindi un modo per far sì che la soglia minima di garanzia venga rispettata, costi quel che costi. In poche parole: too big to fail (troppo grande per fallire), la stesso motto applicato ad alcune banche per tamponare la crisi dei mutui subprime.


La disinformazione della controinformazione

Prima di concludere vorrei togliermi un sassolino dalla scarpa e fare chiarezza su un punto. Mi è capitato di ascoltare più di una volta alcuni sedicenti economisti e venditori “professionali” d’oro che si promuvono nei canali della controinformazione.

Onde non ripetere ciò che ho già esposto nel contenuto Quei Venditori d’Oro della Controinformazione…, vengo subito al punto.

Molti di loro dicono che quando alcune banche italiane sono fallite, i correntisti hanno perso tutti i loro soldi, ma non è vero. Questa è una narrazione volta a terrorizzare l’ascoltatore al fine di vendere più facilmente il proprio prodotto.

La verità è che nessun correntista ha mai perso i soldi sotto la soglia minima dei 100 mila euro, in realtà nessun correntista non ha mai perso nemmeno oltre quella soglia, per quanto mi risulta.

I correntisti che hanno perso dei soldi avevano investito in titoli rischiosi a causa di una non onesta esposizione dei rischi e dei benifici da parte degli operatori bancari ai propri clienti.

Certamente si tratta di un problema di fiducia verso il sistema bancario, ma non c’è alcuna correlazione degna di nota tra liquidità persa e fallimento degli istituti di credito.


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