Negli anni ‘70, l’oro ha vissuto una forte crescita seguita da un lungo periodo di stagnazione. Molti temono che possa ripetersi un trentennio senza nuovi massimi, ma il contesto economico è cambiato. Analizziamo le differenze e le ragioni per cui questo scenario appare improbabile.
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Indice
#1. Introduzione
Cosa è successo di così importante negli anni ’70? L’evento più clamoroso è accaduto il 15 Agosto 1971, quando Nixon ufficialmente sospese temporaneamente (che poi diventò definitivamente) la convertibilità del dollaro in oro (per gli Stati esteri). Perché ho specificato ufficialmente? Semplice, perché la quantità di dollari emessa era già abbondantemente superiore al sottostante aureo.
Quello di Nixon fu soltanto un atto formale, reso necessario dall’enorme debito americano e aggregato monetario che iniziava ad accumularsi e dall’impossibilità di soddisfare tutte le richieste di conversione di dollari in oro, pena lo svuotamento di tutte le riserve auree americane.
Tuttavia, slegare il dollaro al sottostante aureo, per quanto abbia fatto storcere il naso a molte persone, non ne ha detronizzato il prestigio perché poteva contare su un altro sottostante ancora più potente: il petrolio.
Nel 1974, il Segretario di Stato americano Kissinger stipulò un accordo cinquantennale con il re saudita: egli avrebbe venduto il petrolio esclusivamente in dollari e reinvestito le eccedenze dei profitti in Titoli di Stato americani. In cambio avrebbe ricevuto armamenti e la protezione militare dell’Arabia Saudita.
Fu un colpo di genio! La domanda di greggio era alle stelle da parte di tutti i paesi non produttori, soprattutto dopo la crisi petrolifera del 1973 quando il prezzo del petrolio impennò bruscamente. Tutti i paesi avrebbero dovuto comprare dollari per acquistare petrolio, fornendo agli Stati Uniti d’America un grande potere d’acquisto mantenendo la bilancia commerciale sempre funzionale e consentendogli di espandere sempre più il debito con la garanzia che venisse costantemente acquistato.
#2. La corsa a oro e argento degli anni ’70
Bene, ora che abbiamo spiegato un po’ cosa è successo in quel periodo, passiamo ai dati, vediamo come nel decennio di riferimento si sono comportati oro, argento, immobiliare e azionario americano:
- Oro: 25,1x
- Argento: 41,5x
- Immobiliare: 2,3x
- Dow Jones: 1,4x
#3. Cos’è cambiato rispetto agli anni ’70?
E adesso, in uno scenario che non mi sarei minimamente immaginato solo 5 anni fa, vediamo come il potenziale di acquisto è cambiato rispetto allo stesso decennio:
- Accesso globale all’acquisto dei metalli preziosi: 18x
- Quantità di monetà in circolazione: 55x
- Numero di milionari: 56x
- Numero di miliardari: 200x
- Quantità di credito al consumo disponibile: 200x
- Quantità di patrimonio in gestione: 32x
- Capitalizzazione del mercato azionario: 49x
… e la ricchezza, che in media è cresciuta per tutti, si è smisuratamente accumulata di più nelle mani di chi già era ricco.
Cosa pensate che compreranno in gran quantità i ricchi per mettere in salvo il proprio capitale se dovessero temere per esso? Se un’improvvisa corsa al bene rifugio dovesse manifestarsi, cosa pensiate che possa accadere al prezzo di oro e argento questa volta?
E se l’oro non risalisse per altri 30 anni?
Uno scenario che potrebbe spaventare le persone che vogliono comprare oro in questo momento è quello di vederne scendere il prezzo per altri 30 anni prima di ritornare a tale valore, come è già accaduto all’inizio degli anni ’80.
Questo dubbio è più che legittimo ma personalmente ritengo che non sia il caso di preoccuparsi. Lasciatemi spiegare…
Quando il 14 Agosto 1974 il Presidente degli Stati Uniti d’America Gerald Ford permise nuovamente il possesso dell’oro da investimento agli americani, dopo un successivo triennale rintracciamento del prezzo che era quasi quintuplicato dagli anni ’70, l’oro tocca nuovi massimi più che quadruplicando il suo valore rispetto al ’74.
Il prezzo dell’oro arriva così a toccare gli 800$ all’oncia per poi scendere e non ritoccare lo stesso valore per i successivi 30 anni, all’incirca fino al 2010.
Bisogna tenere però conto della particolare situazione che ha portato tale esplosione del prezzo. Negli anni ’70 lo scenario mondiale era molto diverso da oggi e gli Stati etichettabili come benestanti o in cui si poteva acquistare legalmente l’oro erano veramente pochi:
- Stati Uniti d’America (legale dal ’74)
- Canada
- Europa
- Australia (legale da metà anni ’70)
- Nuova Zelanda
Oggi il discorso è diverso e la ricchezza è aumentata di molto in tutti quei paesi che prima non avrebbero potuto contribuire alla corsa all’acquisto dell’oro.
Inoltre, il motore economico mondiale aveva sede negli Stati Uniti, nei quali i capitali non potevano confluire nell’oro fino al ’74, il quale costituiva lo strumento di risparmio preferito dagli americani.
Allo stesso tempo negli altri Stati dell’elenco, l’oro non aveva la stessa importanza come strumento di risparmio.
Mi viene quindi naturale dedurre che appena i cancelli sono stati riaperti, il prezzo sia schizzato alle stelle. Ci tengo a fare notare che pure l’argento in quegli anni ha performato molto bene, addirittura quasi il doppio dell’oro.
Ora, non siamo minimamente vicini a questo scenario, neanche se il prezzo dell’oro continuasse a salire, come già sta facendo da 14 anni. Oltre alla differenze che ho elencato nel capitolo precedente, tenete conto che da decenni in tutti gli Stati del mondo è possibile acquistare oro (tranne in Nord Corea) e la quantità di ricchezza è molto più distribuita rispetto a prima.
Per questi motivi ritengo che non ci sia alcun motivo logico di preoccuparsi per un eventuale nuovo trentennio in cui l’oro non ritoccherà più i valori massimi raggiunti.
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