Cosa e Perché Sale o Scende Durante una Recessione

In tempi di incertezza economica, sapere come si muovono i mercati può fare la differenza tra un risparmiatore disorientato e uno consapevole. In questo articolo, esploriamo con chiarezza e sintesi come reagiscono le principali categorie di investimento durante una fase recessiva.

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Le informazioni riportate non costituiscono sollecitazione alla collocazione del risparmio personale. L’utilizzo dei dati e delle informazioni contenute come supporto a operazioni d’investimento personale è a completo rischio del lettore.


#1. Cos’è una recessione economica

Una recessione è un rallentamento significativo e prolungato dell’attività economica. Si verifica, per definizione, quando il prodotto interno lordo (PIL) diminuisce per almeno due trimestri consecutivi. Questo significa che le famiglie spendono meno, le imprese investono meno, la produzione cala e i posti di lavoro si riducono.

Durante una recessione, la fiducia nel futuro diminuisce. Le persone diventano più prudenti, risparmiano di più e consumano di meno. Le imprese, vedendo calare la domanda dei loro beni e servizi, iniziano a tagliare costi, a volte licenziando dipendenti o posticipando progetti.

Tutto questo crea un circolo vizioso: meno consumo porta a meno produzione, che a sua volta porta a meno occupazione, e così via. Le banche diventano più caute nel concedere prestiti, peggiorando ulteriormente la situazione. In questi momenti, le priorità diventano la sicurezza, la liquidità e la stabilità.

Questa dinamica non influisce solo sulla vita quotidiana, ma anche sui mercati finanziari. I beni di investimento reagiscono in modo sensibile al mutare delle condizioni economiche. Alcuni beni vengono venduti in massa, altri diventano rifugi temporanei per il capitale in cerca di protezione.

Capire quali beni tendono a perdere valore e quali a guadagnarne in questo contesto è essenziale per affrontare una recessione con maggiore consapevolezza.


#2. Beni che tendono a scendere

Nel contesto di una recessione, molti beni di investimento vedono una diminuzione del proprio valore. Questo accade perché l’incertezza porta gli investitori a vendere ciò che considerano rischioso o non essenziale:

  • Le azioni rappresentano quote di proprietà di un’impresa. Quando l’economia rallenta, anche i profitti delle aziende tendono a ridursi. I settori più colpiti sono quelli cosiddetti ciclici, come l’automobile, il turismo, l’abbigliamento di lusso. Questi comparti dipendono fortemente dalla spesa dei consumatori, che in tempi difficili tende a concentrarsi su beni essenziali.
  • Le materie prime industriali, come il rame, il ferro e il petrolio, tendono anch’esse a perdere valore. Se la produzione rallenta, anche la domanda di queste risorse si riduce. Il prezzo del petrolio, ad esempio, è strettamente legato all’attività economica: meno trasporti, meno consumo energetico, minore necessità di combustibili.
  • Il settore immobiliare può risentire della recessione. In periodi di difficoltà economica, le persone esitano a contrarre mutui e ad acquistare case. Le imprese, dal canto loro, possono posticipare l’espansione e quindi ridurre la domanda di spazi commerciali. Tutto ciò può comportare una stagnazione o un calo dei prezzi degli immobili.
  • Alcuni beni finanziari più complessi o meno liquidi, come le obbligazioni societarie ad alto rischio, possono subire forti perdite. Gli investitori diventano più selettivi e cercano di evitare possibilità di insolvenza, ritirando capitali da società percepite come vulnerabili.

#3. Beni che tendono a salire

Nonostante le difficoltà, alcune categorie di beni tendono a guadagnare valore durante una recessione. Si tratta per lo più di beni percepiti come sicuri o “rifugio”:

  • I Titoli di Stato dei Paesi considerati affidabili. In Europa, ad esempio, i titoli tedeschi vengono visti come un porto sicuro. Negli Stati Uniti, lo stesso vale per i titoli del Tesoro. In tempi di crisi, gli investitori cercano protezione, e la trovano in questi strumenti che offrono rendimenti stabili e bassi rischi di insolvenza.
  • L’oro, metallo prezioso che non produce interessi, è universalmente riconosciuto come simbolo di valore e stabilità. Quando il valore della moneta vacilla e i mercati diventano volatili, l’oro attira capitali proprio per la sua capacità di conservare valore nel tempo.
  • Alcune valute considerate “rifugio” possono apprezzarsi. Esempi sono il franco svizzero o lo yen giapponese. In periodi di incertezza, queste valute attirano la domanda perché associate a Paesi stabili, con economie solide e bassa inflazione.
  • Alcuni settori azionari possono resistere meglio: si tratta dei settori cosiddetti difensivi, come il farmaceutico, l’alimentare e i servizi essenziali. Le persone continuano a comprare medicinali, cibo e a pagare le bollette anche in tempi difficili, e questo garantisce una certa stabilità ai ricavi delle imprese del settore.

#4. Il ruolo delle banche centrali

Durante una recessione, le banche centrali assumono un ruolo fondamentale nel cercare di stabilizzare l’economia. Il loro principale strumento è il tasso d’interesse di riferimento, che possono abbassare per incentivare consumi e investimenti.

Quando i tassi scendono, il credito diventa più economico: mutui e prestiti costano meno, rendendo più facile accedere a liquidità. Questo dovrebbe stimolare la domanda interna. Inoltre, tassi più bassi rendono meno redditizi i nuovi titoli di Stato, facendo salire il valore di quelli già emessi.

Le banche centrali possono anche intervenire direttamente nei mercati acquistando titoli, una pratica nota come “allentamento quantitativo” (quantitative easing). Questo tipo di intervento serve a mantenere bassi i rendimenti, aumentare la liquidità e rassicurare gli investitori.

Questi interventi influenzano profondamente il valore dei beni finanziari. In particolare, spingono verso l’alto il prezzo delle obbligazioni già in circolazione, poiché offrono rendimenti più alti rispetto a quelli che verranno emessi successivamente.

Anche i beni rifugio come l’oro possono beneficiare di queste politiche. Quando i tassi reali (ossia i tassi al netto dell’inflazione) diventano negativi, detenere oro diventa più conveniente rispetto a tenere denaro fermo.

Tuttavia, l’efficacia delle banche centrali dipende anche dalla fiducia che i cittadini e gli investitori ripongono in esse. In assenza di fiducia, anche gli strumenti più potenti possono avere un effetto limitato.


#5. Recessioni diverse, reazioni diverse

Non tutte le recessioni sono uguali, e di conseguenza neppure le reazioni dei beni finanziari lo sono. Alcune recessioni sono brevi e tecniche, altre profonde e strutturali. Alcune colpiscono solo certi settori, altre si propagano a tutta l’economia globale.

Ad esempio, la recessione del 2008 è nata da una crisi del sistema bancario e immobiliare, e ha avuto conseguenze devastanti su larga scala. In quel caso, i beni più colpiti furono le azioni bancarie e gli immobili, mentre oro e titoli di Stato si rafforzarono notevolmente.

La recessione del 2020, invece, è stata causata da una “pandemia”. La natura improvvisa e globale della crisi ha portato a un iniziale crollo generalizzato di tutti i beni, seguito da una ripresa rapida grazie agli interventi massicci delle banche centrali e dei governi.

Anche la geografia conta: una recessione in Europa può avere effetti diversi da una negli Stati Uniti o in Asia, a seconda delle politiche economiche adottate e della struttura dell’economia locale. Inoltre, la percezione del rischio cambia nel tempo e nello spazio. In passato l’oro era quasi sempre visto come bene rifugio; oggi anche la liquidità o certe valute possono esserlo, a seconda della situazione.

Conoscere le dinamiche delle diverse recessioni permette di comprendere meglio le reazioni dei beni finanziari e di valutare con più lucidità come muoversi nel presente.

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