Distinguere l’oro autentico da imitazioni o leghe meno pregiate può essere difficile senza le adeguate nozioni e la strumentazione idenea. Uno dei metodi meno conosciuti, e solo in alcuni casi efficace, è quello di utilizzare l’olfatto.
L’oro puro è un metallo nobile che non reagisce con l’ambiente o con le sostanze presenti sulla pelle umana, risultando inodore. Al contrario, molti metalli utilizzati nelle leghe o nelle imitazioni possono emettere il tipico “odore di metallo” a seguito di reazioni chimiche con sudore, grasso e sporco.
Indice
#1. Perché l’oro puro è inodore
L’oro puro (24 carati) è un metallo nobile che non si ossida né reagisce con l’ossigeno o con l’umidità presenti nell’aria. Questa stabilità chimica è ciò che lo rende resistente alla corrosione e all’ossidazione, mantenendo il suo aspetto lucente nel tempo. La sua inerzia chimica è anche la ragione per cui non emana alcun odore.
Quando si manipola oro puro, non si percepisce alcun odore metallico perché non avvengono reazioni tra il metallo e le sostanze presenti sulla pelle, come sudore, grasso o sporco. Questo lo distingue chiaramente da altri metalli che, invece, sono più reattivi e possono sviluppare composti volatili che emettono odori percepibili.
Inoltre, l’oro puro ha una struttura atomica estremamente stabile che impedisce la formazione di composti volatili durante il contatto con agenti esterni. Questa caratteristica è uno dei motivi principali per cui l’oro è stato scelto nel corso dei secoli per la creazione di gioielli e monete di pregio.
Anche le condizioni ambientali non influenzano l’oro puro: temperature elevate, umidità o esposizione alla luce solare non causano alcun cambiamento chimico rilevante che possa generare odori. Tuttavia, quando l’oro è legato con altri metalli, come rame o argento, la situazione può cambiare anche drasticamente. Questi metalli, infatti, reagiscono facilmente con l’ambiente circostante, contribuendo alla formazione del tipico odore metallico.
La totale assenza di odore è quindi uno degli indizi più affidabili per riconoscere l’oro puro. Tuttavia, è importante ricordare che anche piccole quantità di altri metalli presenti nella lega possono influenzare questa caratteristica.
#2. Le reazioni tra metalli e pelle umana
La pelle umana è naturalmente ricoperta da uno strato di sebo, sudore e altre sostanze organiche. Alcuni metalli, come rame, ferro o argento, reagiscono facilmente con questi composti. Ad esempio, il rame può ossidarsi formando ossido rameoso, mentre il ferro può sviluppare tracce di ruggine se esposto all’umidità.
Queste reazioni portano alla formazione di composti volatili che si legano facilmente alle molecole di grasso e sporco presenti sulla pelle, generando il caratteristico odore metallico. Questo è il motivo per cui, dopo aver maneggiato monete, chiavi o oggetti metallici, le mani possono avere un odore persistente di metallo.
In particolare, il sudore contiene sali minerali e acidi che possono reagire con i metalli reattivi. Il cloruro di sodio presente nel sudore, ad esempio, può accelerare i processi di ossidazione del ferro e del rame, favorendo la produzione di molecole volatili responsabili dell’odore.
L’argento, pur essendo meno reattivo del rame e del ferro, può comunque ossidarsi in presenza di zolfo, formando solfuro d’argento, che contribuisce anch’esso all’odore metallico. Inoltre, l’argento può reagire con i composti organici presenti sulla pelle, generando ulteriori prodotti volatili.
Al contrario, l’oro puro non partecipa a queste reazioni chimiche. La sua inerzia chimica lo rende immune all’ossidazione e alla formazione di composti odorosi, garantendo un’assenza totale di odore anche dopo un contatto prolungato con la pelle.
#3. Il tipico odore del metallo
L’odore che comunemente associamo al metallo non è emesso direttamente dal metallo stesso, ma è il risultato di reazioni chimiche tra il metallo e la pelle umana. Quando le mani sudate o leggermente sporche entrano in contatto con metalli come rame o ferro, si generano piccole quantità di composti organo-metallici volatili.
Uno di questi composti è l’1-octen-3-one, una molecola che ha un odore forte e penetrante e che si forma quando oli della pelle reagiscono con tracce di metalli reattivi. Questo spiega perché alcuni gioielli o oggetti metallici lasciano un odore distintivo sulle mani dopo averli maneggiati a lungo.
Altri composti responsabili dell’odore metallico includono aldeidi e chetoni formati dalla reazione tra gli acidi grassi presenti sulla pelle e i metalli. Questi composti hanno odori pungenti e persistenti che possono essere facilmente rilevati anche a basse concentrazioni.
L’oro puro, invece, essendo chimicamente inerte, non partecipa a queste reazioni, rimanendo inodore anche dopo un contatto prolungato. Tuttavia, quando l’oro è legato con altri metalli, come rame o argento, le reazioni chimiche possono comunque verificarsi, producendo odori percepibili.
Questa caratteristica rende l’olfatto un utile strumento per distinguere l’oro puro da leghe o metalli meno nobili, soprattutto in situazioni in cui non si dispone di strumenti professionali per l’analisi.
#4. Tecniche per riconoscere il falso dall’odore
Per riconoscere se un oggetto è realmente d’oro utilizzando l’olfatto, è sufficiente seguire alcuni semplici passaggi:
- Pulire le mani: assicuratevi che le mani siano pulite ma non completamente asciutte, poiché una leggera presenza di sudore favorisce la reazione.
- Strofinare l’oggetto tra le dita: tenete l’oggetto in mano e strofinalo delicatamente per qualche secondo.
- Annusare le dita: se percepite il tipico odore metallico, è probabile che l’oggetto contenga metalli diversi dall’oro puro.
Questo metodo è particolarmente utile per identificare leghe a basso contenuto d’oro o oggetti placcati che utilizzano metalli reattivi sotto una sottile superficie dorata.
Tuttavia, è importante considerare che alcuni oggetti d’oro possono contenere piccole percentuali di altri metalli per aumentarne la resistenza e la durabilità. In questi casi, l’odore potrebbe essere leggermente percepibile ma molto meno intenso rispetto a quello emesso da leghe non nobili.
#5. L’oro da investimento e il ruolo del titolo
L’oro da investimento è definito dalla legge italiana come oro in forma di lingotti o placchette con una purezza pari o superiore a 995 millesimi, e monete d’oro con una purezza pari o superiore a 900 millesimi, coniate dopo il 1800 e che hanno o hanno avuto corso legale nel Paese di origine.
Le monete d’oro da investimento con un titolo intorno ai 900 millesimi (90% di purezza o 21,6 carati) contengono una quantità significativa di oro, che è inodore. Tuttavia, la presenza del 10% di altri metalli, come il rame, potrebbe in alcuni casi contribuire a un leggero odore metallico, soprattutto se la percentuale di metalli non nobili è sufficiente a innescare reazioni con le sostanze presenti sulla pelle.
L’alta percentuale di oro nelle monete da investimento riduce significativamente la probabilità di percepire un odore metallico, ma non la elimina completamente. In generale, quanto più elevata è la purezza dell’oro, tanto minore sarà la possibilità di percepire odori dovuti alle reazioni chimiche.
Questa caratteristica rende l’oro da investimento più affidabile rispetto ad altre leghe dorate presenti sul mercato. Tuttavia, è sempre consigliabile utilizzare più metodi di verifica per accertarsi dell’autenticità dell’oro, soprattutto quando si tratta di acquisti di valore significativo.
Lascia un commento