Le Origini dell’Oro: dalle Stelle al Pianeta Terra

L’oro è uno degli elementi più affascinanti dell’Universo, formato in condizioni estreme e distribuito attraverso il cosmo da eventi catastrofici. La sua presenza sulla Terra è il risultato di processi astronomici che hanno avuto origine miliardi di anni fa.

Questo metallo prezioso ha viaggiato nello spazio per finire inglobato nella crosta terrestre, divenendo nel tempo simbolo di ricchezza e potere. La sua rarità e le sue proprietà uniche lo hanno reso un bene ambito in molte civiltà. In questo articolo analizzeremo la formazione dell’oro, la sua distribuzione nell’Universo e il costo della sua produzione artificiale.


#1. L’origine cosmica dell’oro

L’oro non si forma spontaneamente sulla Terra: la sua origine affonda le radici in eventi catastrofici cosmici. Gli atomi di oro vengono creati attraverso un processo chiamato nucleosintesi degli elementi pesanti, che avviene in condizioni di pressione e temperatura estreme.

Per millenni, gli scienziati si sono chiesti da dove provenisse questo metallo raro, finché recenti studi hanno confermato che la principale fonte di produzione dell’oro sono le collisioni tra stelle di neutroni. Quando due stelle di neutroni si scontrano, si verificano reazioni nucleari talmente potenti da generare una vasta gamma di elementi pesanti, tra cui l’oro. L’evento provoca una gigantesca esplosione di materia che si diffonde nello spazio, arricchendo le future nebulose e i sistemi solari in formazione.

Oltre alle fusioni di stelle di neutroni, anche le supernove possono generare oro, sebbene in quantità minori. Quando una stella massiccia giunge alla fine della sua vita e esplode, gli elementi presenti nel suo nucleo vengono proiettati nello spazio, contribuendo alla creazione dei materiali di cui oggi sono fatti i pianeti.

Invece, la narrazione diffusa ed errata tale per cui l’oro si sarebbe formato durante il Big Bang non trova conferme. Infatti, solo la materia più leggera si è formata durante quell’evento.


#2. La formazione dell’oro sulla Terra

La formazione della Terra e del Sistema Solare ha avuto origine da una gigantesca nebulosa primordiale di gas e polveri, ricca degli elementi creati dalla fine di precedenti generazioni di stelle. Questa nebulosa, sotto l’effetto della gravità, ha iniziato a collassare su sé stessa formando il disco protoplanetario attorno a quella che sarebbe diventata la nostra stella, il Sole.

All’interno del disco protoplanetario, i materiali più pesanti, come ferro, nichel e oro, hanno iniziato a coalescere (aumentare di dimensioni) sotto l’azione della gravità, formando piccoli grani di polvere e successivamente corpi più grandi, chiamati planetesimi. Questi planetesimi hanno continuato a scontrarsi tra loro, aggregandosi per formare i protopianeti, tra cui la Terra.

Durante questa fase, enormi quantità di materiali provenienti dallo spazio sono state inglobate nel nostro pianeta in formazione. L’oro, essendo un elemento pesante, tendeva a migrare verso il nucleo terrestre, insieme ad altri metalli come ferro e platino. Tuttavia, successivi impatti di asteroidi ricchi di metalli preziosi hanno contribuito a redistribuire una parte di questi elementi nella crosta terrestre e nel mantello, rendendoli accessibili nelle rocce aurifere e nei depositi fluviali.

Il Grande Bombardamento Tardivo, avvenuto circa 4 miliardi di anni fa, ha ulteriormente arricchito la crosta terrestre di materiali provenienti dallo spazio, contribuendo a formare alcuni dei giacimenti d’oro più antichi del pianeta. Gli eventi vulcanici e il movimento delle placche tettoniche hanno poi trasportato e concentrato l’oro in determinate aree, dando origine ai depositi auriferi sfruttati dall’uomo.

L’oro che oggi troviamo sulla superficie terrestre è dunque il risultato di miliardi di anni di processi geologici e cosmici, un dono delle stelle che ha viaggiato attraverso lo spazio per finire nei nostri fiumi e montagne.


#3. La quantità di oro nell’universo

L’oro presente sulla Terra non è uniformemente distribuito e la sua quantità totale è difficile da stimare. Si calcola che nel nucleo terrestre siano presenti circa 1,6 quadrilioni di tonnellate di oro, ma la stragrande maggioranza di esso è inaccessibile. Nella crosta terrestre, invece, si stima che esistano circa 50.000 tonnellate di oro ancora estraibile, mentre quasi 200.000 tonnellate sono già state estratte nel corso della storia. Ogni anno vengono estratte in media 3.000 tonnellate di oro, con una produzione globale destinata a diminuire nei prossimi decenni a causa dell’esaurimento dei giacimenti.

Se allarghiamo lo sguardo al Sistema Solare, scopriamo che alcuni asteroidi contengono quantità enormi di oro e altri metalli preziosi. Un esempio è 16 Psyche, un asteroide composto in gran parte da metalli, che potrebbe contenere migliaia di miliardi di tonnellate di oro. Tuttavia, estrarre questo oro è attualmente impraticabile a causa dei costi proibitivi delle missioni spaziali.

Nella Via Lattea, gli scienziati stimano che l’oro totale potrebbe ammontare a 1 miliardo di miliardi di tonnellate, disperso tra stelle, polveri e pianeti. A livello cosmico, l’oro esiste in quantità incalcolabili, con fusioni di stelle di neutroni e supernove che lo producono in continuazione e lo diffondono nell’Universo.

Nonostante l’oro esista in abbondanza nello spazio, il problema principale è la sua dispersione: raccoglierlo e utilizzarlo è un’impresa tecnologicamente ed economicamente proibitiva. Per questo è raro e la Terra rimane la principale fonte di estrazione accessibile all’uomo.


#4. L’oro artificiale e il costo impossibile

Creare oro artificialmente è possibile, ma attualmente è un processo estremamente costoso e inefficiente. Per ottenere un solo grammo di oro sintetico utilizzando un acceleratore di particelle, è necessario bombardare atomi di mercurio o bismuto con neutroni o protoni ad altissime energie. Questo processo richiede quantità enormi di energia e macchinari avanzati.

Secondo alcune stime, il costo per produrre un singolo grammo di oro con un acceleratore di particelle potrebbe variare tra 50 e 100 miliardi di dollari, rendendolo economicamente impraticabile rispetto all’estrazione mineraria tradizionale. Inoltre, il tempo necessario per trasformare atomi leggeri in oro è estremamente lungo, spesso richiedendo giorni o settimane di bombardamenti nucleari continui.

Un’altra difficoltà tecnica è l’instabilità degli isotopi prodotti artificialmente: spesso, l’oro sintetico ottenuto da reazioni nucleari contiene isotopi radioattivi con tempi di decadimento variabili, rendendolo inadatto per usi commerciali immediati.

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