Bitcoin e Criptovalute, tra Culto e Tossicità

Le criptovalute sono senza dubbio uno dei fenomeni più rivoluzionari dell’ultimo decennio. Nate come una risposta alla centralizzazione del denaro e al controllo delle banche centrali, queste valute digitali hanno rapidamente conquistato l’immaginario collettivo.

Tuttavia, con il loro crescere di popolarità, è emerso un lato oscuro, un misto di fanatismo, tossicità e comportamenti che spesso rasentano il culto religioso.

Questo articolo toccherà le dinamiche sociali e culturali che hanno reso le criptovalute non solo uno strumento finanziario, ma anche un terreno fertile per comportamenti irrazionali e polarizzanti.


#1. Deridere in rete chi ha opinioni opposte

Nel mondo delle criptovalute, l’opinione pubblica è fortemente polarizzata. Da una parte ci sono i sostenitori accaniti, dall’altra i critici che mettono in guardia sui rischi e le bolle speculative. La rete, e in particolare le reti sociali, è diventata un’arena di scontro aperto. Chiunque osi criticare le criptovalute viene spesso etichettato come “ignorante”, “retrogrado”, “nemico della libertà economica” e nei casi più estremi con una serie di offese.

Questo atteggiamento si manifesta attraverso meme, commenti denigratori e vere e proprie campagne di derisione. Ad esempio, chi esprime dubbi sulla sostenibilità del Bitcoin viene deriso con termini come “nocoiner”, usato in modo dispregiativo per indicare chi non possiede criptovalute. Questo tipo di linguaggio polarizzante alimenta una narrazione in cui il dubbio e il dibattito sono visti come debolezze, anziché come elementi essenziali di un confronto costruttivo.


#2. Immagini provocatorie ed emotive

Un elemento distintivo della cultura delle criptovalute è l’uso massiccio di immagini simboliche e provocatorie. Gli occhi con i laser rossi, per esempio, sono diventati un emblema del “vero credente”. Chiunque aggiunga questa immagine al proprio profilo social si dichiara apertamente sostenitore della causa, spesso con un atteggiamento di sfida verso chiunque osi mettere in dubbio le criptovalute.

Queste immagini puntano all’emotività, evocando potenza, visione e una sorta di invincibilità. Inoltre, servono anche a creare un senso di appartenenza esclusiva, quasi una società segreta come la carboneria o la massoneria.

La psicologia dietro queste immagini è semplice: rafforzano l’identità del gruppo e creano una barriera psicologica contro le critiche esterne. Tuttavia, questa dinamica rischia di trasformare il movimento in una “camera dell’eco” in cui le voci discordanti vengono sistematicamente ignorate.


#3. Slogan come “divertiti a restare povero”

Tra le frasi più emblematiche che circolano nelle comunità delle criptovalute, “divertiti a restare povero” (have fun staying poor) spicca per il suo tono provocatorio e derisorio. Questo slogan è spesso rivolto a chi non investe in criptovalute, sottintendendo che la scelta di non partecipare al mercato porterà inevitabilmente a una condizione di povertà o fallimento finanziario.

Sebbene inizialmente possa sembrare una semplice battuta, questa frase riflette una mentalità più profonda e problematica. Da un lato, ridicolizza chi sceglie di non investire, dall’altro alimenta una narrazione per cui le criptovalute sono l’unica via per la ricchezza e il successo.

Questo tipo di retorica contribuisce a polarizzare ulteriormente il dibattito e crea una pressione sociale che spinge le persone a investire non per convinzione, ma per paura di essere lasciate indietro.


#4. Comportamenti da culto oscuro

Le comunità delle criptovalute, soprattutto quelle più attive sui social, spesso mostrano dinamiche che ricordano i culti religiosi. Il supporto incondizionato per certe criptovalute, l’adorazione per figure carismatiche e l’incapacità di tollerare critiche sono tutti segnali di un comportamento quasi settario.

Un tratto distintivo di queste comunità è l’assenza di dibattito. Chiunque osi mettere in discussione la narrativa dominante viene immediatamente attaccato, spesso con insulti personali. Questo crea un ambiente tossico in cui l’unico obiettivo è rafforzare il credo collettivo, a discapito della razionalità e del confronto.


#5. Figure come Elon Musk e Michael Saylor

Un ruolo centrale nel rafforzare questa dinamica di culto è giocato da figure carismatiche come Elon Musk e Michael Saylor. Questi personaggi, con il loro enorme seguito sui social media, hanno contribuito a creare una narrativa fortemente polarizzata attorno alle criptovalute.

Elon Musk, ad esempio, ha più volte influenzato il mercato con semplici tweet, spesso apparentemente scherzosi, che hanno causato oscillazioni significative nei prezzi delle criptovalute. Michael Saylor, dal canto suo, ha adottato una retorica quasi messianica, promuovendo il Bitcoin come “oro digitale” e spingendo le aziende ad accumularlo come riserva di valore.

Questi leader d’opinione hanno il potere di attirare un vasto pubblico, spesso composto da persone alla ricerca di facili guadagni. La loro influenza è pericolosa non solo per la volatilà che possono generare, ma anche perché alimentano aspettative irrealistiche. I semplici slogan che promuovono, come “HODL” (hold on for dear life, cioè non vendere mai), rischiano di spingere gli investitori a comportamenti poco razionali, ignorando i rischi e seguendo ciecamente una narrativa ottimistica.

In passato ci sono già state altre figure carismatiche che hanno attratto ingenti capitali in progetti di criptovalute nati avvolti da una strana nebbia. Questi progetti sono stati quasi tutti perseguiti dalle autorità o hanno comunque cessato l’attività prima del previsto. Sto parlando dei famosi casi di Carlos Matos (Bitconnect) e di Ruja Ignatova (OneCoin).

In futuro, la dipendenza dalle figure carismatiche potrebbe aggravare la fragilità del mercato. Se uno di loro dovesse cambiare posizione o perdere credibilità, l’impatto sulla fiducia degli investitori sarebbe devastante, con conseguenze potenzialmente disastrose per l’intero ecosistema.


#6. La mancata percezione del rischio

Uno degli aspetti più preoccupanti del fenomeno delle criptovalute è la totale mancanza di percezione del rischio tra molti investitori. Convinti che il prezzo possa solo salire, molti ignorano i segnali di avvertimento e si espongono finanziariamente in modo irresponsabile. Questo atteggiamento è alimentato da narrazioni che dipingono le criptovalute come una “rivoluzione inevitabile” e ridicolizzano chi invita alla prudenza.

La realtà, però, è ben diversa. Il mercato delle criptovalute è estremamente volatile e privo di regolamentazione. Le storie di persone che hanno perso tutto sono numerose, ma raramente trovano spazio nelle discussioni pubbliche dominate dai sostenitori più accaniti. Questo crea un pericoloso squilibrio informativo che espone molti a rischi significativi.


#7. Un possibile scenario di crollo

Immaginare un crollo del mercato delle criptovalute non è un esercizio di pessimismo, ma una possibilità concreta che deve essere considerata. Se un evento scatenante, come una regolamentazione stringente o una perdita di fiducia improvvisa, dovesse verificarsi, le conseguenze sarebbero devastanti.

Un crollo potrebbe avere ripercussioni non solo sugli investitori, ma anche sull’economia globale. La perdita di miliardi di dollari in valore potrebbe destabilizzare mercati correlati e minare ulteriormente la fiducia nei sistemi finanziari tradizionali, che comunque subirebbero un danno più circoscritto e limitato.

Inoltre, il contraccolpo psicologico su milioni di persone che hanno riposto le loro speranze nelle criptovalute potrebbe portare a una crisi sociale senza precedenti.

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