Troppo spesso Bitcoin e le criptovalute vengono paragonati all’oro e ai metalli preziosi, tuttavia ritengo che questa associazione sia tremendamente errata e fuorviante.
Quel quadro lì lo comprai 10 anni fa per 60 mila dollari, oggi potrei venderlo a 600 mila. L’illusione è diventata realtà e più reale lei diventa più accanitamente la vogliono.
Gordon Gekko, Wall Street (1987)
Dichiarazione di esonero responsabilità:
Le informazioni riportate non costituiscono sollecitazione alla collocazione del risparmio personale. L’utilizzo dei dati e delle informazioni contenute come supporto a operazioni d’investimento personale è a completo rischio del lettore.
Indice
- Somiglianze con l’oro
- Punti di forza di Bitcoin
- Errori ricorrenti su Bitcoin
- La tecnologia non è il prezzo
- Altri problemi di Bitcoin
- Considerazioni finali
- Contenuti consigliati
#1. Somiglianze con l’oro
Bitcoin e oro presentano delle caratteristiche simili. Questo potrebbe far pensare che in qualche modo uno sia la trasposizione digitale dell’altro, ma non è così. Questa narrativa è stata utilizza fin dagli inizi per installare nella mente delle persone il concetto che Bitcoin sia una nuova forma di oro più efficiente e che l’oro sia ormai qualcosa di obsoleto, sbagliando.
Scarsità
Sia l’oro che i Bitcoin sono presenti l’uno sul pianeta, l’altro a livello di protocollo in quantità limitata. Tuttavia la quantità limitata di Bitcoin non è secondo me veramente limitata, più avanti spiegherò il perché.
Divisibilità
L’oro è un metallo molto malleabile e può essere facilmente diviso in parti più piccole.
Il Bitcoin è attualmente divisibile fino a 1 centomilionesimo di parte, ma anche di più con successive modifiche al protocollo.
Immutabilità
L’oro è una delle materie più chimicamente inerti, resistente alla corrosione e all’ossidazione. E’ possibile abbandonarlo per millenni in qualche angusto posto per ritrovarlo ancora splendente.
Il Bitcoin ha dalla sua una grande potenza di calcolo che rende la rete molto sicura da attori malintenzionati che vorrebbero alterare lo storico delle transazioni e di conseguenza i bilanci.
Mezzo di scambio
Per le loro proprietà sia l’oro che il Bitcoin sono idonei a fungere come mezzo di scambio.
L’oro però, a differenza di Bitcoin, mette tutti d’accordo in qualsiasi parte del mondo.
Difficoltà di estrazione
Più oro viene estratto e più è difficile estrarne altro, più Bitcoin vengono rilasciati dal protocollo nella rete e più è difficile rilasciarne altri.
Semplificando è più o meno così.
#2. Punti di forza di Bitcoin
Bitcoin, in quanto strumento totalmente digitale, possiede caratteristiche che nessun oggetto fisico, nemmeno il più prezioso, può vantare. Purtroppo però mancano i presupposti per far sì che il valore di Bitcoin coincida con il suo prezzo, rendendo di conseguenza queste caratteristiche del tutto superflue senza un sottostante con fondamentali.
Semplificazione
È più facile e veloce dividere un pezzo di Bitcoin nell’esatta misura che vogliamo per scambiarlo con la controparte piuttosto che dividere un pezzo di oro.
Istantaneità ovunque
Si può inviare un Bitcoin in qualsiasi parte del mondo a costi di gran lunga inferiori e istantaneamente rispetto a inviare dell’oro.
Però a mio avviso con l’oro si invia qualcosa, con Bitcoin si invia un non-qualcosa.
Programmabilità
Bitcoin, tramite strati secondari, o più in generale alcune criptovalute offrono soluzioni di programmabilità che consentono l’esecuzione di contratti decentralizzati relativi a eventi che possono avvenire sulla relativa catena dei blocchi.
#3. Errori ricorrenti su Bitcoin
Quando Bitcoin viene raccontato al pubblico per convincerlo ad acquistare questo strumento speculativo, vengono elogiate delle caratteristiche a tale scopo. Putroppo però quasi tutte queste caratteristiche narrate non sono esatte o presentano distorsioni tali da avere lo stesso impatto che avrebbe l’alchimia nel trasformare il ferro in oro.
Bitcoin non è correlato ai mercati finanziari. Falso!
Bitcoin viene a volte erroneamente descritto come un bene rifugio decorrelato dai mercati finanzari. Poteva, in un certo senso, essere vero fino al 2019 ma è tutto cambiato a partire dal 2020, anno in cui sono iniziate le politiche restrittive introdotte in ambito sanitario e il Bitcoin ha iniziato a essere molto più popolare.
A sostegno di ciò, se confrontassimo il valore in USD di Bitcoin con quello dell’indice Nasdaq 100 a leva 3 (giornaliera), a partire dal 2018, la correlazione tra i due pare quasi scontata.
In conclusione, il Bitcoin, sembra essere diventato una sorta di replica spinta dell’azionariato tecnologico americano (che traina quello globale) e non un qualcosa di decorrelato dalla finanza tradizionale.
I grossi fondi d’investimento hanno comprato bitcoin. Falso!
I grossi fondi d’investimento come Vanguard e BlackRock detengono sì dai quantitativi di Bitcoin, in particolare per gli ETP con sottostante “fisico”, ma quel sottostante non appartiene ai fondi stessi ma ai clienti che hanno sottoscritto tali prodotti.
I fondi d’investimento semplicemente guadagnano dalle commissioni di gestione. È interessante tra l’altro notare come le commissioni di gestione in questione possano arrivare a essere decine di volte più costose rispetto alla media di un normale ETF.
Bitcoin non appartiene a nessuno. Falso!
Bitcoin appartiene a chi lo programma, a chi finanzia chi lo programma e ai “minatori”.
I minatori sono coloro che mettono a disposizione la potenza di calcolo per rendere sicura la rete ed è come se votassero in favore o contro a particolari modifiche del protocollo.
Quando nel 2017 la squadra di Bitcoin Cash ha proposto la scalabilità dei blocchi, i minatori hanno mantenuto la loro potenza di calcolo sul client Bitcoin Core, confermandolo come il Bitcoin, mentre Bitcoin Cash si è preso il nome che ha, iniziando a seguire una catena di blocchi tutta sua a partire da quel momento.
Bitcoin è scarso come l’oro (o più scarso). Falso!
La quantità massima di Bitcoin disponibili è stata decisa arbitrariamente ma con modifiche al protocollo e l’approvazione dei minatori questa quantità massima può essere modificata. Non è un evento molto probabile al momento ma comunque possibile.
Inoltre, il concetto di scarsità del Bitcoin resterà tale fintanto che un determinato gruppo di persone che lo utilizza o lo detiene nel proprio portafoglio continuerà a vederlo come l’unica criptovaluta vera e propria. Si possono creare infinite versioni di Bitcoin e di altre criptovalute. Il concetto di scarsità è più percettivo che oggettivo.
L’oro, invece, è presente sul nostro pianeta in una quantità fisicamente limitata e non vi è alcun modo per aumentarla o duplicare l’oro stesso dandogli un altro nome. Non vi è alcun meccanismo che renda possibile l’aumento di questa quantità per volontà di un singolo o di un gruppo.
Bitcoin è un buon mezzo di scambio. Falso!
Un buon mezzo di scambio deve possedere un sottostante stabile, sia esso qualcosa di fisico o un ente autorevole che ne possa garantire il valore.
Bitcoin è esposto a molte oscillazioni di prezzo il che lo rende poco ideoneo a candidarsi come mezzo di pagamento.
Chi utilizza la carta per pagare in Bitcoin in realtà non fa pervenire al venditore i Bitcoin, ma la valuta FIAT che viene convertita dalla criptovaluta. Le transazioni che avvenono puramente (da mittente a destinatario) in criptovaluta non rappresentano una casistica rilevante.
Lightning Network è la soluzione ai micropagamenti. Falso!
Lightning Network avrebbe dovuto portare scalabilità, efficenza e bassi costi di transazione tramite uno strato secondario funzionante sulla catena principale di Bitcoin. Ad oggi, dopo anni, questo non rappresenta ancora una soluzione a ciò.
Inoltre, per funzionare correttamente, Lightning Network richiederebbe una grande scalabilità sulla catena dei blocchi principale, rendendo Lightning Network stesso non necessario.
Bitcoin ad ora è molto lontano dal rappresentare una soluzione per i pagamenti di tutti i giorni in quanto non è capace di elaborare più di qualche decina di transazioni al secondo. Quando la rete si congestiona, le commissioni delle transazioni e i tempi di verifica di esse lievitano in modo incontrollabile.
Altre criptovalute (come Bitcoin Cash) hanno puntato sulla scalabilità della catena principale per risolvere questo problema senza però suscitare, almeno a livello di prezzo, un grande interesse.
Bitcoin non è una criptovaluta come le altre. Falso!
Bitcoin fa parte della famiglia delle criptovalute esattamente come tutte le altre, ma è stata la prima.
Questa affermazione viene in genere fatta da persone che non vedono altra criptovaluta al di fuori di Bitcoin dando dei nomi anche abbastanza offensivi a tutte le altre criptovalute.
Bitcoin è energia. Falso!
Bitcoin non è energia, ne tantomeno una forma di scambio di energia, ne tantomeno un modo per immagazzinare energia.
Bitcoin usa energia per confermare le transazioni ed “estrarre” nuove monete. Una volta utilizzata questa energia non vi è più alcun modo di recuperarla.
#4. La tecnologia non è il prezzo
La tecnologia alla base di Bitcoin, quella della catena dei blocchi (blockchain), è sicuramente un’innovazione in cambio tecnologico e finanziario non indifferente che a mio avviso contribuirà a cambiare il volto della finanza tradizionale per come l’abbiamo conosciuta fino ad ora.
Tuttavia ritengo che il prezzo di Bitcoin in sé e di qualsiasi altra criptovaluta senza alcun sottostante sia qualcosa di diverso dalla tecnologia e quindi dal valore che vi è dietro.
Bitcoin dovrebbe essere forte per la tecnologia che ne ha permesso la nascita e per i suoi casi d’uso, ma non per il prezzo ingiustificato raggiunto che a mio avviso è soltanto una bolla priva di fondamentali.
#5. Altri problemi di Bitcoin
Inoltre, vi sono altre problematiche in Bitcoin che non vengono mai messe in evidenza da coloro che ne esaltano allo sfinimento le caratteristiche cosiddette vincenti. È importante che il possibile scommettitore (non posso chiamarlo investitore) sia messo di fronte ai limiti che questo bene speculativo possiede.
Bitcoin non è più il migliore
Bitcoin è stata la prima criptovaluta in assoluto ma è stato superato da parecchio tempo da altre criptovalute più performanti in ogni aspetto. Probabilmente l’effetto rete e la centralizzazione delle riserve nelle mani di pochi e grossi rende l’aspettativa razionale ardua da compiersi.
Bitcoin non ha un vero sottostante
È vero, c’è poco da aggiungere. Un sottostante aiuterebbe a dare un valore concreto oltre a quello puramente speculativo.
Personalmente ad oggi credo che il sottostante di Bitcoin, che coincide con il motivo per cui alcune persone lo comprano, sia rappresentato da:
- La speranza nel futuro che più persone lo vedano come mezzo di scambio o bene rifugio
- La speranza nel futuro che il suo prezzo salga per poter generare una plusvalenza
- La speranza nel futuro che entrambe le cose si realizzino
In tutti i tre casi, c’è come fattore comune “la speranza nel futuro che…” e non un qualcosa di misurabile in termini attuali.
Problema che invece non si presenta per l’oro che è esso stesso il suo sottostante. Le svariate applicazioni dell’oro e la sua innata domanda nell’essere umano ne fanno il bene perfetto per misurare un valore.
La speculazione esiste su molte cose
Difendere Bitcoin per gli alti valori di mercato raggiunti non significa che il suo valore intrinseco raggiunto sia solido.
Basta guardare il montepremi del superenalotto, il valore pazzesco raggiunto da dubbie opere d’arte o la quantità di soldi che la gente mette dentro le slot machines.
Anche se Bitcoin fallisse definitivamente sotto ogni aspetto per cui è nato potrebbe continuare a “vivere” finchè ci sarà gente disposta a metterci dentro soldi con la speranza di fare la grossa vincita, esattamente come avviene per il gioco d’azzardo.
Mercato poco regolamentato
La scarsa regolamentazione raggiunta nello scambio delle criptovalute rende ancora più facile le speculazioni e le manipolazioni che già avvengono nei mercati regolamentati della finanza tradizionale.
Centralizzazione delle riserve
Il prezzo in 15 anni è aumentato in continuazione, sì, ma chi detiene la maggior parte delle riserve? Quali prove abbiamo per poter pensare che questi prezzi rispecchino un’adozione spontanea della gente… o “dal basso”?
Anche ingenti quantità di oro sono detenute nelle mani di pochi governi e poche banche, ma l’estrazione dell’oro è un processo che va avanti da secoli e ha subito un’accelerazione solo con l’impiego di tecnologie più recenti e performanti.
La stessa cosa non si può dire del Bitcoin, del quale più della metà è stata “estratta” in meno di 10 anni, con grossi fondi e grossi investitori pronti ad accappararsene una gargantuesca quantità potendo godere di un anonimato e di una velocità transazionaria inimmaginabile rispetto a quanto avvenuto nei secoli per l’oro.
In sostanza il Bitcoin sarebbe il vero candidato a essere un qualcosa per pochi, non l’oro.
Dipendenza dai “minatori”
La rete Bitcoin è costantemente mantenuta attiva dai “minatori”, che raggruppano le transazioni in blocchi in cambio di un premio. Qualora questo premio dovesse diventare non più appetibile, la potenza di calcolo sulla rete stessa inizierebbe a diminuire fino a trovare un nuovo equilibrio tra costo di calcolo e premio.
Tuttavia, se per qualche motivo la potenza di calcolo impiegata dovesse diminuire, a fronte di una potenziale applicabile maggiore, la sicurezza di tutta la rete potrebbe essere messa a repentaglio consentendo la manipolazione degli storici recenti con più facilità. Uno solo di questi casi potrebbe creare un gran panico che farebbe crollare la fiducia in Bitcoin.
Quindi, l’attività dei “minatori” è costantemente richiesta per poter custodire e utilizzare i Bitcoin in tutta sicurezza. Per l’oro, invece, non c’è bisogno di tutto ciò perché una volta raffinato e messo via può essere riposto o utilizzato senza alcuna operatività obbligatoria di terzi.
Il grafico non è una garanzia del futuro
L’andamento ottimista che ha mostrato ad oggi Bitcoin in 15 anni non può essere usato per affermare che il futuro sarà altrettanto ottimista. Qualsiasi paragone con l’oro o gli indici azionari che esistono da molto più tempo perde di significato.
È solo digitale
Le criptovalute hanno proprietà particolari dovute alla loro natura di essere beni esclusivamente digitali. Tuttavia questa natura fa parte anche dei loro più grossi limiti.
Considerazioni finali
Quanto finora ho scritto sono le motivazioni per cui ritengo che Bitcoin non sia oro digitale.
Detto questo sarei però disonesto nel non dire che nel bene o nel male Bitcoin ha rappresentato sicuramente una pietra miliare nella storia dell’informatica e della finanza.
Grazie a Bitcoin la tecnologia della catena di blocchi (blockchain) si è diffusa velocissimamente dando la possibilità a privati e aziende di realizzare progetti che sono arrivati a interessare anche le più grosse istituzioni finanziarie.
Questo ha permesso il miglioramento di tale tecnologia che presto potrebbe benissimo entrare nella vita di tutti giorni sottoforma di beni digitali gestiti da enti istituzionali.
Inoltre, per molte persone, il fenomeno delle criptovalute ha rappresentato il primo di tanti passi volti ad avvicinarsi alla finanza tradizionale. Senza le criptovalute questo forse non sarebbe mai accaduto, almeno non così in fretta.
Personalmente ritengo conclusa l’avventura delle criptovalute senza sottostante o senza un ente che può garantirne il valore. No disperiamoci però! Sono convinto che nel futuro le occasioni non mancheranno. Starà al nostro ingegno e un po’ al nostro coraggio coglierne le opportunità per ridiventare i pionieri di un nuovo mondo.
Contenuti consigliati
Vi propongo la visione e l’ascolto di alcuni dibattiti che trattano la stessa tematica. I video sono in inglese, ma potete attivare i sottotitoli automatici in italiano. Peter Schiff, come noterete, è tra più attivi nel sostenere il valore dell’oro a discapito di quello del Bitcoin.
Lascia un commento