7/10 di Israele e il Tramonto della “Controinformazione”

Il mondo della “controinformazione” ha fatto cortocircuito. Dopo una forte crescita causata dalle politiche sanitarie irresponsabili in merito al contrasto del Covid19, si è rivelata essere l’ennesima delusione per chi cercava un posto più razionale di prima.


Mi sono avvicinato al cosiddetto mondo della “controinformazione”, “informazione alternativa”, “informazione indipendente”, “area della resistenza” o “area del dissenso” all’incirca 2 anni fa, quando quasi tutti i media italiani non facevano altro che alimentare in continuazione l’ansia per il Covid19 spingendo le persone con una costante iniezione di paura a sottoministrarsi quello che tutt’ora ritengo il più grande esperimento farmaceutico su scala planetaria mai avvenuto nella storia dell’uomo.

Come se non bastasse, tutti coloro che nutrivano dubbi o timori in merito a farsi sottoministrare un farmaco, tra l’altro sperimentale, sono stati messi alla gogna mediatica, additati come untori ed esclusi per mesi da tutte le attività sociali.

Quindi, la scoperta di canali che condividevano il mio disappunto e il mio punto di vista ha svolto un ruolo per lo più positivo nel non sentirmi solo in mezzo a tanta cattiveria.

Tuttavia, nel corso dei mesi, ho iniziato a fare una severa selezione di questi canali in quanto anche molti di loro utilizzavano la tecnica della paura e sfruttavano senso di abbandono delle persone per sottoministrare ulteriore ansia utile a corroborare il senso di solitudine al fine di fidelizzare un pubblico che aveva perso i suoi punti di riferimento.

Tra aspiranti santoni, catastrofisti, nichilisti, impreparati, venditori di pentole e tra chi sosteneva che dietro a ogni evento storico ci fosse sempre una mano invisibile maligna che forzava il corso degli eventi, il mondo della “controinformazione” si è in maggioranza svelato essere una poltiglia di personaggi intelletualmente poco brillanti che scaricavano sui loro spettatori le proprie paure e le loro visioni più emotive, irrazionali, tossiche ed estreme.

Giunti a questo punto, gli autori che fornivano contenuti di qualità si contavano ormai sulle dita di due mani.

Come se tutto questo non bastasse, il 7 Ottobre 2023, l’ennesimo attacco del gruppo terrostico Hamas nei confronti di civili e innocenti in Israele ha impresso un’ulteriore delusione a chi credeva di aver trovato un posto in cui l’informazione e la narrazione degli eventi, seppur non perfetti, avrebbero dovuto essere ragionevoli.

Le immagini che ci sono giunte, anche dai terroristi stessi, non lasciano spazio ad alcun dubbio:

Quello a cui ho assistito è stata una vergognosa ed espliticita minimizzazione da parte della “controinformazione” nei riguardi della ferocia commessa dal gruppo terroristico Hamas cercando giustificazioni in precedenti azioni da parte di Israele.

Bene, lo dico chiaramente, a scanso di ogni equivoco, nessuna azione precedente di Israele è minimamente paragonabile a quella dei terroristi a cui abbiamo assistito. Ma anche se così fosse, cosa che comunque non è, non sarebbe certo rispondendo con la stessa barbaria quello che ci distinguerebbe da chi chiamiamo un oppressore criminale.

Che Israele abbia commesso errori nella sua politica, o che i palestinesi debbano avere maggior libertà ed estensione territoriale, sono legittime opinioni che una persona può condividere o rifiutare, ma non possono essere usate in alcun modo per giustificare l’operato terroristico di Hamas.

Detto questo e aggiungendo il fatto che Hamas in realtà non rappresenta assolutamente i veri interessi dei palestinesi, ma è esclusivamente un gruppo terroristico islamista che sfrutta i fondi per Gaza e la causa palestinese per perseguire i propri interessi islamisti e criminali, ribadisco il mio più pieno distacco a tutto quel mondo della “controinformazione” che minimizza l’accaduto cercando di giustificarlo più o meno blandamente con azioni precedenti da parte di Israele.

Sia chiaro, anche tra i palestinesi innocenti ci sono stati e ci saranno morti in seguito alla reazione dell’esercito israeliano. Non esistono innocenti morti di serie A e innocenti morti di serie B e certamente anche tra le file di Israele (come in ogni esercito del mondo) c’è chi, abusando del suo potere, decide di colpire deliberatamente civili palestinesi. Anche questi sono criminali che meritano una severa punizione.

Tuttavia non possiamo essere ciechi di fronte alla realtà dei numeri e non evidenziare la palese differenza tra colpire volutamente innocenti e colpire terroristi o persone estremamente pericolose che si mischiano il più possibile ai civili per poi poter accusare l’altro di essere un criminale solo per il fatto di essersi difeso.

Concludo il mio discorso evidenziando nuovamente il mio più totale dissenso e distacco nei confronti del mondo della “controinformazione”, che forse accecato da un profondo pregiudizio nei confronti di tutto ciò che è americano o che abbia a che fare con Israele, riesce a trovare anche nel più efferato dei crimini una giustificazione volta a trasformare la vittima in carnefice e il carnefice in vittima.

I fatti recenti dimostrano che di fronte a certi eventi bisogna per forza prendere una posizione, anche perché, non prenderla, e predicare il “non far parte di tifoserie” significa prenderla lo stesso.

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